In linea generale la fattura viene emessa da chi fornisce i prodotti all’impresa che gestisce l’ E-commerce. Il marketer deve poi registrare la fattura di acquisto e contestualmente emetterà le fatture per le cessioni ai clienti finali. Bisogna però effettuare una distinzione a seconda del luogo di residenza del consumatore.
Se il produttore e il consumatore risiedono in Italia chi gestisce l’e-commerce applica l’iva italiana emettendo la fattura elettronica per la vendita della merce o annotando l’operazione nel registro dei corrispettivi. L’azienda produttrice dei prodotti emette invece la fattura elettronica a favore del gestore dell’e-commerce italiano e provvede alla spedizione della merce.
Diverso è il caso quando il produttore è italiano, mentre il consumatore finale appartiene ad un altro stato Ue.
Fino alla soglia dei 10.000 euro il venditore può decidere se applicare l’iva italiana o quella del paese europeo.
Oltre i 10.000 euro l’azienda italiana emette la fattura applicando l’Iva del paese di residenza dell’acquirente. Nella presentazione trimestrale della dichiarazione Iva all’Agenzia delle Entrate l’azienda deve distinguere i corrispettivi a seconda del Paese Ue di riferimento. L’ Agenzia delle Entrate provvede infine a inoltrare l’Iva al Paese di pertinenza.
Se il consumatore finale risiede in un paese Extra-Ue l’impresa italiana, dopo aver dimostrato che la merce è uscita dal territorio UE, emette una fattura elettronica per operazione non imponibile. Si tratta di un’operazione triangolare nei confronti della società di e-commerce e contestualmente invia la merce al cliente svizzero. Le spese di importazione saranno a carico di uno dei due contraenti, sulla base di un accordo tra le parti.
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