Pagamento in contanti: quali sono le disposizioni vigenti?

pagamento in contanti 100 euro

Pagamento in contanti: scopri tutti i dettagli sulle ultime normative in materia.

Il denaro e la sua evoluzione ha percorso tutte le epoche storiche fino ai nostri giorni distinti da pagamenti elettronici dopo introduzione del limite all’uso di contanti.

Perché fissare un limite al pagamento in contanti?

Il progresso per la riduzione dell’uso del contante iniziò nel 1991 quando il governo Andreotti emanò il 1° Decreto Legge.

L’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e abbattere il riciclaggio del denaro sporco nel corso dei numerosi governi subì un continuo andirivieni. Di fatto, la piaga dell’evasione fiscale e riciclaggio non è stata estirpata alla radice. La stessa situazione per quanto riguarda il limite al contante che è stato più volte esteso e poi ristretto senza raggiungere ad oggi un definitivo stop.

Indice

Che cos'è il denaro contante?

Una domanda un po’ irrilevante con una risposta semplice e conosciuta da tutti noi: sono le banconote e le monete.

Il contante ha degli aspetti positivi:

  • la possibilità di effettuare pagamenti con un importo medio-basso; 
  • il venditore vincolato ad accettare dal cliente la somma, salvo restrizioni a norma di legge;
  • la transazione avviene tra esercente e cliente in presenza;
  • senza commissioni e spese aggiuntive;
  • tutela dell’anonimato.

E anche degli aspetti negativi:

  • perdita senza rimborsi;
  • bersaglio di contraffazione e riciclaggio;
  • impossibilità di tracciare il pagamento;
  • alto rischio di acquistare il bene senza emissione scontrino cartaceo
  • favorisce la diffusione dell’economia sommersa, ossia il fenomeno dei pagamenti in nero.

Indipendentemente dagli evidenti risvolti economici negativi, l’uso del denaro resta tuttora un comodo alleato e, si sa, le transazioni “in nero” amano il contante.

A questo aspetto, è possibile aggiungere che la semplificazione governativa proposta si scontra con una ridotta disponibilità alla rete internet che non è organica e diffusa equamente.

In aggiunta, in Italia va riconosciuto il fatto che la popolazione è prevalentemente anziana e non utilizza carte o strumenti digitali di pagamento: perciò, per questa fascia d’età il contante è lo strumento più familiare.

Con l’obiettivo che i limiti all’uso del contante siano definitivi senza altre continue procrastinazioni, potrebbe essere più altro auspicabile dare avvio ad una rivoluzione culturale.

Cosa sono i pagamenti digitali?

Nella stessa direzione della riduzione del contante sono stati introdotti dei piani governativi con l’obiettivo di privilegiare la cosiddetta moneta elettronica, ossia incentivare il pagamento digitale. 

Nel 2007 è stato proposto nel disegno legge una nuova modalità di pagamento: il POS.

Il POS, acronimo di Point of Sales, è un dispositivo elettronico che permette al cliente di inviare il pagamento al venditore che sua volta può accettarlo in via telematica: infatti, si chiamano pagamento virtuali.

Ma solo nel 2014 è stato introdotto l’obbligo dell’uso del POS con Decreto Legge 179. Quest’ultimo ha aiutato a ridurre l’utilizzo del denaro contante e, di conseguenza, il riciclaggio e l’evasione.

Nel 2014 la possibilità di tracciare i pagamenti dei beni e servizi, effettuati tramite bancomat, carta prepagata o carta di credito, iniziava a diffondersi tra le grandi imprese e attività commerciali fino diventare obbligatorio per tutti, a prescindere dal fatturato.

Nel 2016 l’approvazione della Legge di stabilità ha inserito le prime sanzioni che a partire dal 2017 erano indirizzate ai soggetti che non si erano ancora adeguati al pagamento con POS, eccezion fatta per chi riscontri impedimenti oggettivi.

Per di più, è stato aumentato il limite per l’uso del contante portandolo a 3.000 euro.

Nel 2020, una delle più recenti azioni governative focalizzate sulla lotta al contante, è stata l’approvazione del Decreto fiscale 2020. Nello specifico, l’art. 18, D.L. n. 124/2019 ha definito con chiarezza le nuove limitazioni per il pagamento in contanti. 

Quali sono le nuove soglie?

  • Dal 1° luglio 2020 fino al 31° dicembre 2021 il limite è di 2.000 euro.

Se viene superata la soglia dei 2.000 euro sarà necessario ai fini della tracciabilità della transazione utilizzare procedure tracciabili, come il bonifico bancario, assegno, vaglia postali oppure una delle seguenti modalità elettroniche: carte di credito, bancomat, carte prepagate.

Il soggetto che viola tale normativa incorre in sanzioni che oscillano dai 2.000 ai 50.000.

  • Dal 1° gennaio 2022 il limite sarà 1.000 euro.

Se la somma va oltre i 1.000 euro, come nel caso precedente, sarà possibile effettuare il  pagamento con bonifico bancario, assegno, vaglia postali oppure una delle seguenti modalità elettroniche: carte di credito, bancomat, carte prepagate.

Il soggetto che infrange la legge si espone ad una moratoria che va dai 1.000 ai 50.000.

Il limite ai pagamenti in contanti non si restringe solo alla vendita ma anche al trasferimento di soldi: infatti, questo vincolo si applica anche nel caso di donazioni, prestito denaro, riconsegna mutuo oppure versamento tasse.

Quindi, il limite del contante raggruppa molteplici contesti. 

La legge di Bilancio 2020 ha fissato dei confini anche per quanto riguarda le detrazioni IRPEF, collegate al modello 730/2021.

Gli strumenti a disposizione sono:

  • carte di credito;
  • bancomat;
  • assegni circolari;
  • assegni bancari non trasferibili;
  • carte prepagate;
  • app per smartphone;
  • vaglia postali;
  • bonifici bancari;
  • bonifici postali.

 

Più nel dettaglio, la Legge n. 160 del 27/12/2019 ha modificato una serie di indicazioni normative relative alle spese per la detrazione.

Infatti, a partire dal 1° gennaio 2020 per poter avvalersi della detrazione IRPEF del 19% nella Dichiarazione dei Redditi 2021 i pagamenti di specifiche prestazioni devono essere effettuati solo con strumenti digitali tracciabili.

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Quali sono le specifiche prestazioni da rendere tracciabili per la detrazione IRPEF?

  • Visite sanitarie specialistiche presso strutture private;
  • Visite veterinarie;
  • Servizio e cerimonie funebri;
  • Contributi scolastici volontari; 
  • Iscrizione ad attività scolastiche: quali mensa, servizi doposcuola, gite e assicurazioni;
  • Tasse universitarie;
  • Affitto per studenti fuori sede;
  • Iscrizione attività sportive per i ragazzi tra i 5 e i 18 anni;
  • Abbonamento trasporto pubblico;
  • Assicurazioni di salute e infortuni;
  • Autocertificazione per non autosufficienza;
  • Contributi scolastici di libera iniziativa.

Per quanto riguarda le spese sanitarie è essenziale dimostrare di aver eseguito i pagamenti sanitari con uno strumento telematico.

Quindi, gli ultimi passi sono:

  • fissare un appuntamento al CAF o da un commercialista;
  • presentare il Codice Fiscale.

ricevuta di pagamento digitale: ricevuta bancomat, bollettino postale, MAV.

Cosa si può pagare in contanti?

In merito alle spese sanitarie, è consentito effettuare il pagamento in contanti:

  • medicinali;
  • dispositivi medici (occhiali, articoli ortopedici, apparecchiatura per le persone con disabilità);
  • servizi sanitari presso strutture pubbliche o private che hanno presentato le credenziali al Servizio Sanitario Nazionale.

In ogni caso, non è affatto una novità che, seppur queste spese vengono fatte in contanti, non sono escluse dalla detraibilità, rientrano a pieno titolo nel modello 730.

Inoltre, la Legge di Stabilità del 2020 dal 1/07/2020 ha consentito il pagamento in contanti entro la soglia dei 2.000 euro per:

  • affitto abitativo
  • affitto commerciale

In questo specifico caso, è fondamentale che al canone di locazione sia annessa la ricevuta, ovvero la quietanza di pagamento che testimoni la certifichi la fruizione del servizio.

È altresì permesso il pagamento dilazionato quando la cifra supera i 2000 euro. Questo significa potersi avvalere della suddivisione dell’importo da pagare in più fasi solo esclusivamente sulla base del consenso delle parti coinvolte.

Nel caso in cui l’affitto sia senza quietanza di pagamento, le sanzioni per i soggetti che pagano in contanti l’affitto che sia per fini abitativo o commerciale, secondo le leggi sull’antiriciclaggio, avranno una contravvenzione che penalizza il conduttore ma anche il locatore.

In quale fase siamo oggi?

Il Governo con la nuova Legge di Bilancio 2021 ha rinnovato l’obiettivo di puntare alla riduzione in contanti.

Dopo la precedente fase sperimentale, è stato modificato e rinforzato il programma per la Lotteria degli scontrini e il cashback.

Quali novità per il 2021?

  • Dal 1° gennaio 2021 per la lotteria degli scontrini sarà valida solo per i beni effettuati con pagamenti tracciabili. Il contante non è accettato.

     

  • Dal 1° gennaio 2021 il cashback è diventato super cashback: in palio un premio di 1.500 euro ogni 6 mesi per i 100.000 soggetti che hanno completato le transazioni in modalità elettronica.

Quali sono le esclusioni al limite del contanti? E quali sono i soggetti esclusi dalle sanzioni?

Nel 2012 ai sensi dell’art. 3 del D.L. n° 16 il testo normativo si è pronunciato sui soggetti in deroga alla legge vigente: sono esclusi i cittadini stranieri, stranieri UE e extra UE.

Questa eccezione è nata al fine di agevolare l’affluenza dei turisti esteri a beneficio della nostra economia. Inoltre, anche per ovviare al problema del prelievo su circuiti bancari diversi da quello di origine loro possono pagare in contanti.

 Agli stranieri è concesso fare pagamenti in contanti con la soglia superiore ai 3.000 euro presso:

  • venditori ambulanti;
  • vendite a domicilio;
  • attività commerciali e turistiche;
  • alberghi, B&B;
  • servizi di trasporto;
  • agenzie viaggi.
  •  

Qual è la soglia per il pagamento in contanti per gli stranieri?

Nel 2019 con la Legge di Bilancio la soglia del pagamento in contanti per un cittadino straniero è stata innalzata raggiungendo il limite dei 15.000 euro.

Quali obblighi ha il soggetto italiano?

Prima di tutto, gli esercenti che accettano la modalità di ricezione dell’importo in contanti devono:

  • con largo anticipo compilare e inviare all’Agenzia delle Entrate (AdE) il modello di consenso, le coordinate bancarie e/o il conto postale;
  • chiedere al turista straniero una copia del passaporto;
  • compilare il modulo di un’autocertificazione che testimoni la sua resistenza fuori dall’Italia.

Conclusioni

L’addio al contante sembra proceda ancora lentamente, ma il processo al cambiamento si è già avviato e l’evoluzione digitale sta iniziando a dare i suoi risultati.

Dal nostro punto di vista i risultati concreti sono visibili dal numero di persone che effettuano transazioni in modalità telematica. Basti pensare al boom delle vendite online.

Gli italiani stanno cambiando la propensione verso il mondo digitale e stanno comprendendo i benefici del virtuale, come la versatilità, efficienza e semplificazione.

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